venerdì 18 aprile 2008

Ortone e il mondo dei Chi

Finalmente un bellissimo cartone animato non targato Pixar ma 20th Century Fox.

Geniale la coppia di registi Jimmy Hayward e Steve Martino (ex animatori Pixar) che da una semplice storia per bambini riesce a realizzare uno dei migliori film d' animazione degli ultimi tempi, fondendo la collaudata comicità in stile Era glaciale alla poesia delle fiabe per bambini. La storia raccontata dalla voce narrante, tutta in rima baciata, è basata su una trama semplice,
Horton Hears a Who!

voto: 7
origine e data: Usa 2008
data di uscita: venerdì 18 aprile 2008
colore e durata: col. 88 min
genere: Animazione/cartoon
regia: Jimmy Hayward, Steve Martino
attori: animazione
sceneggiatura: Ken Daurio, Cinco Paul
montaggio: Tim Nordquist
musica: John Powell
scenografia: Thomas Cardone

Trama

Dopo aver sentito un grido d'aiuto proveniente da un granello di polvere che fluttua nell'aria, Ortone è preso di mira dai suoi vicini che lo credono matto. In realtà, l'elefantone è davvero determinato a salvare la particella in pericolo e, supportato dalla sua filosofia "una persona è sempre una persona e non importa quanto sia piccola", non si dà pace. Il granello di polvere, infatti, ospita la Città dei Chi non So, dove vivono i microscopici Chi e il Sinda-chi, a cui il generoso elefante offrirà aiuto e amicizia. L'obiettivo è trovare una nuova casa per i suoi piccolissimi amici e Ortone metterà in questa missione tutto il suo enorme cuore. A minacciare la vita degli abitanti di Chi non So è la scontrosa Kangaroo, tiranna dal pugno di ferro della giungla di Nool.


Recensione

Finalmente un bellissimo cartone animato non targato Pixar ma 20th Century Fox.

Geniale la coppia di registi Jimmy Hayward e Steve Martino (ex animatori Pixar) che da una semplice storia per bambini riesce a realizzare uno dei migliori film d' animazione degli ultimi tempi, fondendo la collaudata comicità in stile Era glaciale alla poesia delle fiabe per bambini. La storia raccontata dalla voce narrante, tutta in rima baciata, è basata su una trama semplice, godibile sia per bambini sia per adulti.

Ovviamente i creatori dell'Era glaciale hanno partorito una serie di personaggi e situazioni divertentissime, a cominciare dai protagonisti Ortone un elefante in grado di usare orecchie e proboscide in mille modi e appunto il Sinda-Chi creato a immagine e somiglianza di Jim Carrey,che infatti nella versione originale gli presta la voce.

La pellicola ci fa saltare dal mondo di Ortone a quello del Sinda-Chi in maniera fluida regalandoci tantissime gag, tra le quali è irresistibile la parte Maga.

Solo note positive? Purtroppo no. Il problema è il nostro doppiatore italiano di Ortone: un Christian de Sica carico della sua romanità che troppo spesso si confonde con uno deicsuoi personaggi da "vacanze di Natale". Ma non era meglio seguire i doppiatori delle voci originali del film? Perchè il Sinda-Chi non ha la voce del doppiatore di Jim Carrey?

Doppiaggio a parte, Ortone e il mondo dei Chi è un film assolutamente da non perdere.

(luca riboli)



TRAILER

http://it.youtube.com/watch?v=uKHmlEGsBUQ

Ortone e il mondo dei Chi

Ortone e il mondo dei Chi





lunedì 14 aprile 2008

Aliens Vs Predator 2

itolo originale: Aliens vs Predator: Requiem
voto: 1
origine e data: Usa 2007
data di uscita: sabato 25 ottobre 2008
colore e durata: col. 90 min
genere: Fantascienza
regia: Colin Strause, Greg Strause
attori: John Ortiz, Steven Pasquale, Johnny Lewis, Reiko Aylesworth, David Paetkau, Chelah Horsdal, Gina Holden, Shareeka Epps, Ariel Gade
sceneggiatura: Shane Salerno
fotografia: Daniel Pearl
montaggio: Dan Zimmerman
musica: Brian Tyler
scenografia: Andrew Neskoromny
costumi: Angus Strathie
Trama

In una cittadina americana del midwest precipita la navicella spaziale dei Predator con a bordo anche degli esemplari di "baccelli Alieni" e una creatura ibrida "nata" da un predator fecondato da un alien. I cittadini della zona, tra i quali un gruppo di cacciatori, sono i primi a pagare le spese (in vite umane) dell'arrivo di queste creature, che hanno invaso i boschi circostanti la città. Presto interverrà l'esercito, ma con compiti di contenimento e repressione piuttosto che di soccorso e aiuto verso la popolazione civile. Sarà l'inizio di una lotta per la sopravvivenza senza quartiere...

Se pensate di andare a vedere Aliens vs Predator 2 con la speranza che i fratelli Colin e Greg Strause, fan di entrambe le saghe, sappiano il fatto loro, ricredetevi.

Fin dall'inizio, l'eccitazione per questa seconda avventura è stata delusa: soprattutto per la scelta della location, che appare molto "distante" da quello che i nostri due "eroi" rappresentano, facendo sembrare lo sbarco sulla Terra come una forzatura.

Un conto sarebbe stato far atterrare i mostri in una New York del futuro, con militari e tecnologie stile Aliens - Scontro Finale, ma far combattere gli alieni contro la guardia nazionale è davvero un'idea ridicola.

I registi ci provano ma sono indubbiamente più validi nel loro "vecchio lavoro" sugli effetti speciali: le figure degli alieni tornano infatti al loro antico splendore.


Altro aspetto discutibile è la scelta (riciclata) che per ogni nuovo film della serie di Alien ci debba essere una mutazione: qui, addirittura, Alien diventa Predalien con tanto di treccine...

La regia come la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti. Dimenticate le scene di suspense, claustrofobia e angoscia che qui si riducono a vedute di oscure condotte fognarie, strade impregnate di pioggia, cemento frantumato e scintillio di cavi elettrici.

Ad un certo punto le creature invadono le strade della cittadina e lo sceriffo, la bionda oca, la donna militare (una nuova Ellen Ripley?? Ma non scherziamo!!), il teppista e il duro dal cuore d'oro dovranno cercare di salvare la pelle. Personaggi banali poco credibili e per di più mal interpretati. Più che un film del terrore, sembra una rivisitazione di Gremlins.


Per concludere, l'horror fantascientifico non funziona: di brividi nemmeno l'ombra e la tensione cede il posto ad un senso di noia e alla "capitale" sensazione del "già visto". Ennesima trovata hollywoodiana che infiammerà di passione i fan della saga prima dell'entrata in sala ma che farà rimpiangere la bella Ripley e la sua astronave Nostromo a fine visione.


Il mistero delle pagine perdute

titolo originale: National Treasure: book of secrets
voto: 6
origine e data: Usa 2007
data di uscita: venerdì 21 dicembre 2007
colore e durata: col. 126 min
genere: Avventura
regia: Jon Turteltaub
attori: Nicolas Cage, Diane Kruger, Helen Mirren, Jon Voight, Justin Bartha, Ed Harris, Harvey Keitel, Bruce Greenwood, Ty Burrell
sceneggiatura: Cormac Wibberley, Marianne Wibberley
fotografia: Amir M. Mokri, John Schwartzman
montaggio: William Goldenberg, David Rennie
musica: Trevor Rabin
scenografia: Dominic Watkins
costumi: Judianna Makovsky
Trama Per Ben Gates (Nicolas Cage) la Storia è ben lontana dall'essere una disciplina statica ma offre la possibilità di trovare dei tesori straordinari e svelare segreti troppo a lungo custoditi. Dopo la stupefacente scoperta delle ricchezze dei Cavalieri templari, Ben è diventato il cacciatore di tesori più famoso al mondo, anche se lui preferisce il termine "protettore di tesori". Ora viene sconvolto dalla scoperta di una delle pagine perdute del diario di John Wilkes Booth, l'assassino del presidente Lincoln. Il diario è stato trovato sul corpo di Booth quando quest'ultimo è stato ucciso, ma diverse pagine sono state strappate e non sono mai state trovate, almeno fino a ora.

Recensione

Ben Gates torna in azione per ritrovare le pagine mancanti del famigerato "diario
segreto" ma per farlo, questa volta, dovrà viaggiare in giro per il mondo alla ricerca di indizi sempre più complicati.


Uno dei migliori film sulla scia di Indiana Jones e il video gioco Tomb Raider con la stessa formula dell'originale: misteri, enigmi da risolvere, missioni in stile Mission Impossible, antiche pergamene da decifrare e i soliti cattivi in competizione con il protagonista che, ancora una volta dopo Il mistero dei templari, è interpretato da un Nicolas Cage capace al massimo di un paio di espressioni per tutto l'arco del film.

Grazie alla performance dell'intero cast e alla trama da videogame, il film riesce nel suo intento di puro intrattenimento: di certo per due ore non ci si annoia, anche grazie all'ironia che il regista usa per smorzare la tensione nelle scene adrenaliniche.

Il mio amico giardiniere

titolo originale: Dialogue avec mon jardinier
voto: 6
origine e data: Francia 2006
data di uscita: venerdì 23 novembre 2007
colore e durata: col. 109 min
genere: Commedia
regia: Jean Becker
attori: Daniel Auteuil, Hiam Abbass, Fanny Cottencon, Elodie Navarre, Jean-Pierre Darroussin, Alexia Barlier
sceneggiatura: Annie Périer
fotografia: Jean-Marie Dreujou
montaggio: Jacques Witta
scenografia: Thérèse Ripaud
Trama

Stufo della vita di città e stressato dal divorzio, un artista di successo abbandona Parigi. Decide di tornare nel paese dove é nato e cresciuto, crogiolo di mille ricordi. Qui si imbatte in un suo vecchio compagno di scuola, che ora è diventato giardiniere. Ritroveranno l’amicizia perduta.


Recensione

Un film semplice, raro e delicato basato sul dialogo tra due attori straordinari protagonisti di una storia capace di riscoprire la bellezza del quotidiano che la frenesia del "mondo-città" ci fa perdere di vista e sottovalutare.


Una regia discreta ci porta a scoprire i mondi contrapposti dei due protagonisti: il pittore perso nell’insoddisfazione della ricerca di un equilibrio rinasce grazie al "signor del prato", uomo di animo semplice e un po’ ingenuo ma appartenente a quel genere di persone con ancora una morale e un poetico modo di vedere la vita, in cui è ancora forte il piacere delle piccole cose e dei sentimenti.


Anche se a prima vista il film può sembrare l'ennesima pellicola buonista fatta per l'uomo della città frustato dallo stress quotidiano (vedi Un’ottima annata), a un’analisi più accurata possiamo cogliere tutta l'armonia con la quale questo film è stato costruito, a cominciare dalla quasi totale assenza della musica (se escludiamo un piccolo Nabucco radiofonico e un Mozart leggero nel giardino), scelta fatta proprio per esaltare i rumori della natura e farci entrare a piccoli passi nel mondo dei protagonisti. La tecnica di regia ha il grande pregio di rendere palpabile il calore della terra nella giornata di sole e il profumo dell'aria dopo la pioggia.


Un film consigliato a tutti quelli che amano la semplicità, stanchi di pellicole incentrate su storie al limite del credibile e digitalmente sovraccariche.




Ai confini del paradiso

Ai confini del paradiso

titolo originale: Yasamin kiyisinda
voto: 8
origine e data: Germania, Turchia 2007
data di uscita: venerdì 09 novembre 2007
colore e durata: col. 122 min
genere: Drammatico
regia: Fatih Akin
attori: Nurgul Yesilcay, Baki Davrak, Tuncel Kurtiz, Hanna Schygulla, Patrycia Ziolkowska, Nursel Koese
sceneggiatura: Fatih Akin
musica: Shantel
scenografia: Tamo Kunz
costumi: Katrin Aschendorf
Trama

Ali, vedovo in pensione, crede di aver trovato la soluzione alla sua solitudine quando incontra la prostituta Yeter, anche lei originaria della Turchia. Propone alla donna di vivere con lui in cambio di uno stipendio mensile. Il figlio di Ali, Nejat, giovane professore di tedesco, disapprova la scelta del padre-padrone, ma finisce ben presto per affezionarsi a Yeter. La morte accidentale di Yeter allontana ancora di più padre e figlio. Nejat torna a Istanbul per cercare la figlia di Yeter, Ayten, e decide di restare in Turchia, scambiando il suo appartamento con quello del proprietario di una libreria tedesca, che vuole tornare a casa, in Germania. Quello che Nejat ignora è che la ventenne militante politica Ayten è già in Germania, in fuga dalla polizia turca.


Recensione

Il film ripercorre la storia di sei personaggi attraverso l'incrocio di singoli percorsi esistenziali: la sceneggiatura conduce stupendamente nell'intreccio molto complesso di vite vissute, tra problemi di immigrazione e sullo sfondo i riferimenti al contesto politico turco di oggi diviso tra le contraddizioni di una democrazia ancora imperfetta e la voglia di
Europa.

L'intensità della pellicola equivale alla sua scorrevolezza. Commovente il malessere dei protagonisti, tutti ben definiti, strutturati e interpretati, destinati solo a sfiorarsi senza mai potersi saziare l'uno dei sentimenti dell'altro. Molto toccante l'interpretazione della madre di Lotte (Hanna Schygulla) che riesce a darci una speranza nei sentimenti e nella capacità dell'animo umano al perdono.

Azzeccata, infine, la scelta di accompagnare lo spettatore alla conclusione con istantanee di speranza, rinascita e riconciliazione.




Disturbia

Il film si basa sul concetto voyeristico già abilmente sfruttato nel capolavoro di Hitchcock, La finestra sul cortile, ma l'intelligenza di questa nuova produzione risiede nella scelta di non accontentarsi di un semplice remake ma di prenderne il concetto base e trasferirlo ai giorni dei nostri reality show. Ne risulta un bel film senza grosse pretese ma con la giusta dose di emozioni.

Il regista D.J. Caruso ci accompagna sulle strade tranquille di un film che fa l’occhiolino alle teen comedy ma che condisce il tutto con sfumature da thriller: dall'intrattenimento quasi comico a scene di forte suspense. Il cast è convincente, con un Shia LaBeouf una spanna sopra gli altri, capace di tenere lo schermo per tutto il film. I personaggi principali risultano veri e credibili, facendo emergere le varie sfaccettature della personalità dei teenager. La fotografia del film è semplice ma ben curata.

Gli sceneggiatori hanno dalla loro una buona scelta di tempi, riuscendo a gestire con abilità il ritmo della storia senza cadere nel banale. Anche se non stiamo parlando di capolavoro, e certe idee le abbiamo già viste in più pellicole di genere, il film riesce a coinvolgere lo spettatore fino alla fine.

Disturbia